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Il Museo Effimero della Moda: caducità e durata a Palazzo Pitti


Palazzo Pitti toglie il fiato già di per sé, ma la sua unione con il Palais Galliera di Parigi supera le aspettative. La nuova mostra “Il Museo Effimero della Moda” raccoglie 200 pezzi, tra abiti e accessori, dal 1800 fino ad oggi.

Il curatore è nientemeno che Olivier Saillard, il giovanissimo direttore del Galliera, famoso per la sua mente creativa e la creazione di mostre impossibili da dimenticare. Saillard è l’uomo giusto al momento giusto, tocca i nostri tasti interni come un direttore d’orchestra e smuove sensazioni che non sapevamo di poter provare. «Una manica, un tessuto stampato, un orlo, un volume sono il compendio di un’epoca, la volontà di un autore prima che la sua firma» dice Saillard mentre ci accompagna nella poesia delle diciotto stanze, che rendono perfettamente la magia degli abiti esposti e ci portano all’apice del pathos.


L’esibizione ha il compito di mostrarci la caducità della moda e il suo carattere fugace, ma anche il potere culturale che essa esercita sui nostri ricordi, destinato a durare ben oltre la morte dei tessuti.

La tradizione di Palazzo Pitti diventa una cornice perfetta, gli affreschi, i lampadari e le tappezzerie sono in grado di costruire un viaggio quasi onirico, portandoci all’interno di un binomio realtà-sogno. Sono gli artifici esterni i protagonisti delle prime sale, che scorrono tra piume e capelli, con gli abiti di Lanvin e di Prada, passando poi per l’arte surrealista di Elsa Schiaparelli. La mostra prosegue in una divisione di colori, trasportandoci nell’eroticità del rosso di Comme des Garcons contrapposto a quello ottocentesco dei corsetti e delle maniche gonfie. E poi ancora blu e rosa e verde e alla fine il buio. Il nero e Margiela, la sua assenza di luce, la contrapposizione con l’oro brillante di Dolce e Gabbana.


Saillard ci lascia con un abito da sposa di Madame Grès, adagiato in un teca di vetro come un’antica bella addormentata, destinata però a non svegliarsi mai. Nessun principe in questo caso, l’influenza della polvere è irrimediabile e il destino dell’abito è segnato. Al termine della mostra, dopo il 22 Ottobre, verrà riposto in un archivio, questa è infatti la sua ultima volta con il pubblico. Approfittatene quindi, ne uscirete arricchiti ed emozionati.


Via: 1,2

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