Ryan James Caruthers: la nuova mascolinità tra arte e sesso
Sono gli uomini, quelli nuovi, moderni, quelli fuori dagli schemi il centro della fotografia di Ryan James Caruthers, ventiduenne americano vincitore del BJP Breakthrough Awards. E’ la delicatezza il valore intrinseco della sua serie autobiografica Tryouts, che racconta la nuova mascolinità da un punto di vista inedito. Viene da chiedersi per quale assurdo motivo non siamo riusciti a notarla prima. Le sue fotografie accarezzano tasti ancora oggi delicatissimi, rendendoli di comprensione immediata. Le immagini ci prendono direttamente allo stomaco, provocando emozioni profonde.
Caruthers nasce con il Pectus Excavatum, una malattia che rende il suo petto molto più incavato e fragile di quello dei suoi coetanei. Durante gli anni del liceo la malformazione lo costringe a vivere lo sport come un limite, allontanandolo sempre di più dai suoi compagni e rendendolo ai loro occhi meno virile. La fotografia diventa la sua via di fuga, niente insicurezze, niente paure, niente limiti. Tryouts nasce dai suoi ricordi e dal senso di solitudine e di rifiuto che il binomio malattia-omosessualità l’ha costretto a provare. Le immagini ritraggono il fotografo in vari scenari sportivi, mentre indossa le divise tradizionali. Sembrano immagini di moda, ma sono pure, dirette, disarmanti. Caruthers è sempre l’unico soggetto, quasi a voler indicare l’assenza totale di possibili compagni di squadra.
Lo scopo di questa raccolta fotografica è quello di sottolineare l’importanza che rivestono ancora gli stereotipi e le tradizioni nella società contemporanea e le sue immagini celano un profondo desiderio di cambiamento. Una veloce ricerca su google delle parole “high school wrestling photos” riporta subito ad un numero infinito di immagini che hanno come protagonisti ragazzi atletici e palestrati, un misto di addominali e muscoli tesi, uniti da una virilità brutale. Le fotografie di Caruthers invece si avvicinano di più a opere d’arte. Il fotografo, chiuso in una divisa da wrestling, ricorda “L’estasi di Santa Teresa”, più che un dio greco. Nemmeno il sudore e il sangue che cola dal naso riescono a rendere l’immagine violenta: la sfumatura, anzi, diventa quasi erotica. Nell’acqua blu della piscina il fotografo regala un’immagine sognante, come a voler essere una nuova “Ophelia”, facendo dimenticare per un momento quella originale di Millais.
E’ una virilità delicata e maturata quella di Caruthers, il tratto distintivo che accomuna il suo immaginario fotografico, rendendolo un perfetto antidoto contro i preconcetti e i luoghi comuni.